Lo Zibaldone abbradipato

martedì, ottobre 12, 2004

Dov'è finita la banalità nei blog?!

Qualche mese fa ho scritto un articolo al vetriolo dedicato ai blog. In questo articolo (se ritrovo il .doc lo metto qui) parlavo del blog come un diario aperto, un luogo dove fare false confessioni, un altare della banalità e dell'esibizionismo.
In verità non è proprio così, aprendo "blog a caso" (c'era un pulsante apposito qui da qualche parte) spuntano idee, concetti, storie che di banale hanno ben poco.
L'importante è non aprire assolutamente "i più letti" perché (il Primo Teorema della TV insegna) sarà il più stupido, banale, inverosimile e ridicolo di tutti. Un po' come in televisione.
Oggi ricomincio le lezioni all'università. Dopo la mia invettiva su chi ha fatto gli orari (sovrapposizioni e lezioni ad orari impossibili - oggi finisco alle 19), è giunto il momento di ficcarsi il quadernino sottobraccio e trottare saltellando verso l'aula Pizzardo.
Questo comporterà una drastica riduzione del mio tempo libero, visto che ho anche da scrivere qualche articolo per la Rivista.
Giusto ieri, invece, mi sono trovato a disquisire con la mia "dolce metà" sulla propaganda (oltre che sulla drastica riduzione del tempo libero).
Eh sì, non ci credo neanche io, ma al posto dei "piccipicci" e dei vari "qual'è la parte della fascia lombo-sacrale che ti piace di più" (sostituire lombo-sacrale con un'altra area anatomica scelta a piacere), parliamo di cose un po' più serie (non sempre eh). Il motivo principalmente è dovuto all'appartenenza a culture che oggi si contendono la leadership mediatica mondiale.
Insomma, è islamica.
Tralascio il capitolo "dove l'hai pescata" per saltare alla conclusione che ieri abbiamo tratto da un un'oretta di confronto (forse erano meglio i piccipicci): quanta propaganda venga fatta nell'una e nell'altra direzione da qualunque mezzo d'informazione.
Il tutto è nato dalla classica domanda "perché puoi tollerare azioni terroristiche dei tuoi vicini di casa?".
Ho scoperto che il tutto nasce da una serie di sentimenti provocati dalle informazioni che gli vengono propinate quotidianamente.
Ecco dove siamo arrivati: l'informazione per funzionare ha sempre più bisogno di fare leva sui setimenti delle persone, non sulla razionalità. Quello che ci fanno vedere in televisione non è strutturato per farci conoscere gli eventi, ma per avere una sensazione omologata (che in genere è uguale ad opinione omologata) su un evento che, elevato ad evento mediatico, conosce la notorietà sottoforma di notizia.
Fin qui non ci vedo niente di male. Lo stesso Disney ha toccato i sentimenti di generazioni per la lotta alla caccia (Bambi), ma fin qui non ci vedo niente di male.
Quello che non va bene è una propaganda che sfrutti i sentimenti della gente per fomentare l'odio e l'intolleranza verso individui che razionalmente potrebbero benissimo vivere nell'appartamento di fronte al nostro.
Quanti di noi "odiano" un ragazzo islamico solo perché nell'immaginario collettivo vuol dire "bomba"?