Lo Zibaldone abbradipato

mercoledì, settembre 29, 2004

Star Wars, traduzioni ed una triste realtà

"Era il miglior stellapilota della Galassia...".
Allora, chi sa da dove proviene questa frase (vabè che il titolo non lascia dubbi) può proseguire nella lettura, altrimenti go-buy-starwars.
Tanto tempo fa, circa 27 anni fa, un genio del Cinema (con la C maiuscola) ha dato alla luce un film che aveva ideato e portato avanti fin dai tempi del college.
Astronavi, buoni Vs cattivi, principesse, eroi, battaglie, superpoteri, un po' di religione ed un po' di storia "reinterpretata". Detta così gli amanti di Guerre Stellari faranno la fila, randello schiaffeggiato in mano, fuori dal portone di casa.
Ma è la triste realtà, almeno per chi lucra sulla nostra passione e, dopo ANNI di attesa, manda in distribuzione anche sul suolo nazionale il cofanetto in Dvd della Vera Trilogia di Guerre Stellari, quella con Han Solo, Luke Skywalker, la Morte Nera e Darth-polmonedacciaio-Fener.
Per chi cascasse dalle nuvole, la Fox Italia - dopo aver acquistato i diritti di localizzazione - ha preso il capolavoro di Lucas rimasterizzato (sembra un film uscito l'anno scorso come qualità video e audio) e dopo un eccellente lavoro sul fronte audio (che si sente bene) ha tradotto "superficialmente" (a dire poco) i contenuti "di contorno".
Ecco qualche perla del risultato (cito pari pari il sito in calce):
~ Episodio IV - capitolo 4 "La missione di Arto".
In inglese r2d2 si legge ARTOO-DETOO. scrivere ARTO... è stato un vero colpo di genio del traduttore. Doveva essere "La missione di C1 (R2)
~ Episodio IV - capitolo 17 "Il villaggio è distrutto".
Traduzione errata, non si parla di villaggio ma di fattoria dei Lars. Avrebbe dovuto essere "La fattoria è distrutta".
~ Episodio V - capitolo 41 "Luke entra nella trappola".
Eh? E' "Luke cade nella trappola"...
~ Episodio V - capitolo 45 "la rivelazione di VALDERS".
No comment...
~ Episodio VI - capitolo 29 "Recon il ribelle".
Dall'originale "Rebel Reckoning", ossia "L'Adunata Ribelle" il geniale traduttore ha deciso di inventarsi un altro personaggio.

Cosa dire? Ben poco, se non che c'è da rimanere basiti di fronte a tutta questa superficialità.
Per chi vuole continuare a ridere per non piangere, basta visitare la pagina su Guerrestellari.net...

domenica, settembre 26, 2004

"Shoot me" tra hoax e leggenda..

Nonostante mi sia sorbito un intero lustro di musica commercialissima in fumose discoteche, sono riuscito a salvarmi da casse sintetizzate, orde indemoniate di ascelle pezzate e cubiste con il corpo da leggenda ma il viso da scaricatore, senza molti rimorsi. In parte lo devo ai miei cugini, bolognesi doc, che quando si tratta di qualcosa di ben piu' stagionato di Gigi D'Agostino ne sanno da riempire i libri.
La loro è una cover band "congelata" al '68, con la loro "cantina" (anch'essa congelata al '68) ed i loro strumenti (Gibson Les Paul dice nulla?) dal sound assolutamente d'epoca. Massì facciamo il nome: si chiamano "The Ashley". Mitici.
Il risultato è un fascino che va oltre qualsiasi bayband, con il gusto che il loro non è un mero scimmiottare miti del passato, e sto parlando di Beatles, Rolling Stones, Doors, Pink Floyd, Led Zeppelin, Santana ed anche un po' di Kinks e Jefferson Airplane; ma rivivere da dentro e trasmettere gli ideali per cui i nostri genitori hanno lottato e gridato in piazza, ideali che rimangono ancora attuali e "dimenticati" da noi. Noi che, anziché essere cresciuti con 45 giri e pallone, ci siamo incollati al tubo catodico vedendoci Iva Zanicchi ad Ok il prezzo è giusto (dai, chi di noi da piccolo non lo vedeva?) tifando per Holly e Benji.
Superata (parzialmente) la fase di demenza da standardizzazione e massificazione, mi sono ritrovato a gustarmi sound che, davvero, riescono a deliziarmi come un buon vino stagionato. Il parallelo è voluto: di musica ne capisco quanto di vini, ma le mie orecchie comunque funzionano!
Non ricordo chi me lo disse (aveva comunque un'età fuori standard per ascoltarlo), ma le parole furono queste "adesso le orecchie non le usa nessuno, nessuno ascolta. Anche la musica viene sentita con lo stomaco e non più con le orecchie..."
Tornando alla musica seria, in Come Together John Lennon dice "shoot me" a qualcuno che, sembra, fosse Paul. Tra i due infatti c'era più di un attrito dovuto alla loro diversa idea sul binomio "musica+Beatles". L'episodio risale ad Abbey Road, uno degli album più belli che ho mai ascoltato.
Beh "shoot me" perché la pubblicazione di Abbey Road è stata frutto di un lavoro completamente fatto in studio, ed i Fab4 non potevano vedersi senza perdere ore a litigare. Quindi tutto il lavoro è stato fatto "separando" i singoli componenti e facendoli lavorare con il resto della band semplicemente in cuffia.
I più audaci credono che questo sia dovuto alla prematura morte di Paul Mc Cartney in un incidente d'auto, che poi sarebbe stato sostituito da un sosia. A riguardo voglio riportare un sito curiosissimo che merita davvero una visita: http://www.paul-is-dead.com/.
Un po' di indizi? Paul Mc Cartney sulla copertina di Abbey Road è scalzo e cammina con il piede destro avanti (gli altri con il piede sinistro). Lo fa solo perché è mancino, o perché non vuole seguire le orme di John?
In realtà questo indizio sarà più utile a chi vuole credere alla morte di Paul. Tutto ha inizio nel 1969 quando alcuni speaker della radio chiedono un paragone di impronte digitali di Paul precedenti il 1966 (anno del presunto decesso) e dopo. Le prove sono andate perse ed i Beatles hanno detto che il tutto era semplicemente "stupido".
Le malelingue hanno detto che era stata un'arguta trovata pubblicitaria, perché i sostenitori di questa teoria dicevano di aver trovato decine di indizi disseminati nei dischi pubblicati dal 1966 in poi, facendo correre tutti i neo-fan dei Fab4 a comprare anche i dischi precedenti.
Il presunto sosia sarebbe stato un poliziotto dell'Ontario Police Department che, oltre a non avere una cicatrice sul volto, era poco più alto di Paul. Come ci sarebbe finito nel Gruppo? Proprio nel 1966 sembra sia stato istituito in America un concorso per eleggere i migliori sosia dei Beatles, concorso al quale questa persona avrebbe vinto e che poi sarebbe misteriosamente sparita.
Beh I Baronetti avranno pure tacciato la "hoax" di stupidità, ma sul "Sergent Pepper" proprio Paul ha lo scudetto "O.P.D.", cioé Ontario Police Department...

mercoledì, settembre 22, 2004

I misteri dell'intrattenimento digitale

Parola usata dagli addetti del Mibtel oltre che dai soliti imperterriti traduttori (quelli che hanno messo nei nostri pc dischi fissi, schede sonore e memorie volatili - come se il computer fosse un'uccelliera), il Digital Entertainment era, poco piu' di venticinque anni fa, qualcosa di pressoché inesistente. Sì c'era Pango, con il quadratino (pardon pallina) che doveva rimbalzare tra due lineette (pardon racchette) che simulavano un incontro su uno spartanissimo campo da tennis.
Oggi la realtà è ben diversa: Sony e Microsoft si stanno contendendo il mercato consolle facendo a pezzi i mostri sacri del passato (Sega già ha mollato, Nintendo tiene duro ma non troppo, Atari è finita a Chi l'ha Visto), mentre nel mondo Windows i computer più potenti e costosi, al giorno d'oggi, sono proprio quelli che fanno girare i giochi al massimo dettaglio possibile.
L'età dell'oro (quella di dieci anni fa, se non più) è finita: i giochi che escono sono tutti "per le masse", semplici da giocare (mai più mesi e mesi a riprovare lo stesso livello), veloci da finire e più colorati possibile. Come tutto, anche nei videogiochi insomma si è arrivati alla massificazione dei contenuti. Un divertente esperimento potrebbe essere estrarre dall'armadio la nostra vecchia consolle e, messa la prima cartuccia funzionante ripescata da chissà quale cassetto, provare a giocarci forti dell'esperienza videoludica degli ultimi due lustri.
Beh sono ancora difficilissimi e veramente divertenti.
Ma in realtà non voglio parlare di questo.
Giusto oggi ho trovato finalmente il tempo di finire Doom3, il terzo episodio di una saga cominciata davvero tanto tempo fa (andavo alle medie quando ho finito il primo), e che ha segnato la storia dei pc come macchine da intrattenimento.
L'atmosfera non è minimamente degna del primo e, sempre per colpa della massificazione, dopo un po' ci si prende la mano e si fanno secche orde ed orde di diabolici mostri che spuntano da tutti gli angoli. Se il primo Doom (specialmente per l'interfaccia all'epoca innovativa, per cui difficile da sfruttare) faceva veramente cac@re sotto, questo ognitanto qualche salto sulla sedia ce la fa fare, a tutto vantaggio dell'immersione e dell'atmosfera.
Proprio parlando di atmosfera, sono incappato in qualcosa di assolutamente paradossale: un gioco per la Playstation2 (si chiama Rez) che non ha mai brillato per le vendite, è stato messo in commercio in Giappone con un piccolo "rumble pack", cioé un mini-vibratore da apporre su qualsiasi superficie per farla vibrare al ritmo della musica del gioco.
Ebbene, il gioco è andato a ruba (senza appendice faceva la polvere) e - addio pregiudizi maschili - praticamente tutte le copie sono finite in mano a videogiocatrici incallite di PS2.
Incredibile? Basta aprire questo link dove c'è tanto di recensione e il perché chi l'ha provato (una ragazza) lo trova il gioco più bello di tutti i tempi.



Fin'ora si parlava di itrattenimento digitale, ma qui di digitale c'è ben poco, almeno come fini ultimi dell'interazione. Mi chiedo quanto di paradossale veramente ci sia (riuscire in un videogioco fornisce minuscole dosi di piacere ed autogratificazione), e soprattutto quanti vorrebbero assistere a dei campionati mondiali (femminili ovviamente) di questo gioco.
Intanto aspettiamo un gioco, magari basato sullo stesso principio, con la firma di qualche importante regista.
Ah ma già c'è, ed ha circa 10 anni: si chiama The Dig, è un'avventura grafica che gira sotto DOS, ed ha la firma di Steven Spielberg. Solo che non vibra...

lunedì, settembre 20, 2004

Definitely Maybe...

Nessun nesso particolare con il titolo, questa volta: le cuffie in questo momento mi fanno sentire la voce degli Oasis a cui sono più affezionato, e forse quella che li ha resi graditi ai più.
In verità ci sono enormi ricordi legati a Live Forever, ricordi di come mi sono lasciato con la mia ex, ricordi di come sono andato avanti e di come ho vissuto un anno all'insegna della musica, dello studio e delle nuove amicizie.
In realtà la mia storia non è di quelle fatte di canzoni strappalacrime dedicate alla radio: un complesso, iniziato da un mio amico e messo insieme con il mio contributo, suonava cover degli Oasis (e non solo), e tra queste c'era un difficilissimo Live Forever (per chi non si chiama Noel).
Cuffie in testa, sala prove, mi ero improvvisato tecnico del suono, cogliendo l'occasione per ascoltare bella musica (sono bravi, anche se si sono praticamente sciolti) e litigare un po' più spesso con la mia (ora ex) ragazza.
Tornando ad oggi, anzi a ieri, c'è da parlare della Notte Bianca. Nelle premesse c'era una città aperta alla cultura, agli spettacoli, alle passeggiate; con negozi aperti, mezzi pubblici potenziati e vigili ad ogni angolo del Centro Storico, manco ci fosse il coprifuoco.
In pratica io l'ho vissuta un po' lontano da quello che mi ero programmato: "lisciato" l'opuscolo informativo nella buca della posta (che deve essere servito a qualcun'altro), mi sono trovato con quattro amici al cinema a vedere Spiderman2 (fighissimo - oserei un "meglio del primo"), per poi uscire e cominciare un pellegrinaggio nel centro storico, tutto rigorosamente a fette.
Mi chiedo l'utilità di una manifestazione di questo tipo (bastava una "Domenica Pomeriggio Bianca"), a parte farci vedere vigili con le occhiaie che facevano volantinaggio (di multe), negozi con commesse (che già si fanno un culø così tutta la settimana) a farsi 4 ore extra in piedi, gente ubriaca che si credeva di stare a Capodanno (o allo stadio) e, soprattutto, un traffico di cui nessuno - a Roma - sente la mancanza mai.
Un sabato come tanti altri, passato a chiedersi "'ndo stamo, 'ndo annamo, che famo?" (nd Viaggi di Nozze), cercando un modo diverso di passare il tempo e di rompere con una tradizione, per alcuni, vecchia di almeno un decennio (cioè che sono 10 anni che fanno le stesse cose).
La vera Notte Bianca è quella fatta il martedì sera, quando si va a Via del Governo Vecchio, si lascia la macchina in 2 minuti e si cammina ammirando piazze e monumenti senza un mare di capocce sotto.
Sto davvero invecchiando?

venerdì, settembre 17, 2004

Do you speak English?

La tornata di esami non si è mica conlcusa mercoledì: oggi (cioè ieri da un'ora fa più o meno) mi sono dato uno scritto di Inglese che fornirà il suo verdetto la settimana prossima.
Personalmente non ho grossi problemi con la lingua anglosassone (comprendo senza problemi anche le cose più tecniche), ma questo esame (incentrato sulla comunicazione mediatica) è un bel casino. Sapere i significati di parole quali "gutter press", "gerrymandering" e "deadlocks" (tanto per citarne tre su circa mille) costituisce il 50% del voto.
Praticamente su 40 domande, 18 erano normali, ed il resto sul "totosignificato": ventidue parole accanto a ventidue significati, da incrociare tra di loro.
Praticamente impossibile.
Mah speriamo bene.
Parlando d'altro, oggi ho rivisto un bel po' di amici dell'università. Eh sì, sono amici, chiamarli colleghi è piuttosto riduttivo, visti i ritmi di frequenza richiesti (ai livelli del liceo) e la facilità con cui ci sono entrato in sintonia. Dopodomani ci sara' la Notte Bianca (un'altra diabolica invenzione della Giunta comunale), e credo che la passerò con loro.
Lezione di storia recente: l'anno scorso la notte bianca fu un mega-fiasco, ma nessuno si degnò di riportarlo. Il tempo (inclemente) allagò mezza Roma, ed i mezzi (sovraccarichi) non funzionarono a dovere. Ma nessuno ne parlò.
Il motivo? Ci fu il mega-blackout di corrente che (per motivi che non sono mai stati chiariti del tutto) colpì tutta l'Italia, dandoci uno scorcio di era preindustriale se si metteva il naso all'insù.
Quante volte capita infatti di vedere, a notte fonda, le nuvole in cielo di colore "giallastro"?
Lampioni, fari e luci delle abitazioni emettono luce che si diffonde nell'atmosfera impedendoci, nelle notti serene, di vedere la volta celeste come davvero la vedevano i nostri bisnonni o chi prima di loro.
Ricordo ancora qualcosa di quella notte: il buio piu' totale.
Non sarebbe bello ricordare quell'evento staccando tutte le luci per almeno un'ora, e permetterci di "vedere un po' di buio"?

mercoledì, settembre 15, 2004

E Ventisette Fu!

Ok, ho rovinato la sorpresa e non ho nascosto nei meandri del mio blog il voto, ma il risultato è un ottimo traguardo. L'esegesi biblica non è una cosa che si mastica tutti i giorni guardando la tv, specialmente adesso che ci sono le "ragazzine" di Miss Italia.
Eh sì, la smania dell'enfant prodige colpisce impunemente il mondo dei media, propinandoci ragazze ben sviluppate fisicamente ma troppo "acerbe" per dire o fare qualcosa degno di nota.
Basta fare un semplice esperimento: tra veline, letterine, e "miss italie", quanti nomi vengono in mente? Un po' come San Remo, anche questa è un'istituzione del Grande Ministero Rai che si atteggia ad azienda, e ancora lotta con chi scavalca i tornelli per farsi la mattinata a spasso.
Senza contare che l'intero consiglio di amministrazione viene cambiato ad ogni caduta del governo.
Tornando all'esame, la domanda perno che mi è stata fatta era su Luca 2, 41-50; dove i genitori che vanno a Gerusalemme si perdono il figlio (Gesù) e lo ritrovano dopo tre giorni.
Tre giorni come la morte prima della resurrezione, qui con le stesse parole che poi verranno ripetute molto più avanti, quasi alla fine dell'opera di Luca (cioè di fronte al sepolcro vuoto).
Ebbene, neanche io sono sfuggito alla regola del tre: le interpretazioni che ho dovuto dare al testo sono state tre (fonti, redazione, stile letterario) ed il voto finale è stato tre moltiplicato per se stesso tre volte, cioè Ventisette.
Cabala!

martedì, settembre 14, 2004

Conto alla rovescia...

Mi ero proposto di scrivere qui solo quando avrei avuto qualcosa da dire, ma al momento l'unica cosa che mi viene in mente è che domani alle 8 avrò l'appello per l'esame di Teologia (l'undicesimo quest'anno), forse quello che più temo di quest'anno accademico.
Sarà che tra Aramaico, Pentateuco, Apocrifi e Concilio di Trento ci sono talmente tante cose da dire che sarà dura difendere la mia media attuale...

Parlando d'altro, è di questi giorni la notiza che in Francia verrà attuato un piano molto aggressivo per la diffusione della Adsl2, in grado di bissare le prestazioni della fibra ottica di Fastweb&affini.
La notizia è stata prontamente riportata anche da Hardware Upgrade dove un "neo-acquisto" ha scritto un'infervorata news (che si trova a questo indirizzo), lanciando un sassolino neanche tanto piccolo nello stagno (neanche tanto piccolo) degli utilizzatori Italiani della banda larga.
Ebbene l'autore di questa mini-invettiva è davvero alle prime armi, ma ha già fatto vedere che significa dire la propria opinione e trovarsela condivisa da tutta la comunity!
Una prova degli effetti?
Poche ore dopo (se non minuti) è immediatamente nata una petizione online che, andando a scorrere velocemente i listini francesi per le connessioni ad alta velocità, ha alzato un vero e proprio caso, prontamente riportato da un'altra autorità online riguardante il mondo delle comunicazioni "hi-tech", Punto Informatico.
L'iniziatore di tutto questo, appassionato di hardware e ben lungi dall'essere uno spietato opinionista, ha già fiutato odore di guai ma merita un applauso: lo spirito è quello giusto!

domenica, settembre 12, 2004

Dal Marketing alle Sacre Scritture

Dopo il primo weekend di Settembre passato a lavorare (e divertirmi) ad Ngi.Lan04 , ieri ed oggi sono stati teatro di una seria seduta di studi per l'università.
Attualmente il mio corso di studi è "marketing, pubblicità e comunicazione d'impresa" presso la Lumsa. Il corso è molto divertente, gli studi sono molto variegati ed appassionanti, insomma raramente si finisce in accademismi inutili.

Ebbene Mercoledì prossimo avrò un esame di teologia (il primo di tre).
Che c'entra la teologia con il marketing (e soprattutto, cosa dicevamo degli accademismi?)?
In molti se lo sono domandato, me compreso, ma devo ammettere una cosa: se non era per l'università mai avrei riscoperto aspetti delle Sacre Scritture che in molti abbiamo affrontato (al più tardi) poco prima della pubertà.
Al dilà di futili discorsi pseudo-intelletuali (categoria a cui molto difficilmente si appartiene), ho scoperto quanto il Nuovo Testamento sia lontanto dalla sola concezione (puerile) del "porgi l'altra guancia" o "ama il prossimo come te stesso", ma ci siano influssi di filosofia ellenica (con tutte le implicazioni estetiche che l'antica Grecia aveva) davvero inaspettati.
Non credo che sia molto interessante discorrere di tutto questo (è il mio tormentone - quando mi preparo ad un esame l'immersione è abbastanza totale - fino a quando non arriva l'agognata firma sul libretto), però devo ammettere che lo studio è stato molto meno pesante del previsto.

Tornando al discorso marketing, vorrei parlare della mia esperienza con Gmail, la nuova casella di posta targata Google che, apparentemente gratis, mi permette di inviare e ricevere messaggi fino alla quota di un Gigabyte, cioè circa 500 volte la capacità di Hotmail.
Funziona davvero bene, è molto veloce, e l'interfaccia è talmente intuitiva che Outlook già mi sembra obsoleto.
Che c'entra col marketing? Un bel po': ci sono serie politiche di branding dietro quest'iniziativa, senza contare che appena avverrà il lancio ufficiale avremo dei banner Adsense accanto ai messaggi di posta elettronica.
Una delle pochissime mail che ricevo a cadenza periodica (leggi spam) con piacere (quindi non è spam) è la mailing list di Elena Antognazza, Mlist. Uno specialista del settore, grazie a questo sito, ha a disposizione un potentissimo strumento di confronto e ricerca di informazioni per quello che riguarda il marketing tradizionale (poco) ed il webmarketing (tanto).
Beh Elena, che quotidianamente deve moderare tutti gli interventi e "abilitarli" all'invio a tutti i partecipanti (sono qualche migliaio), ha trovato il tempo di cambiare a mano il mio indirizzo di posta (rispondendo velocemente e cortesemente in meno di 24 ore), ridirezionando Mlist sulla mia Gmail, e permettendomi di sfogliare felicemente tutti gli interventi da qualunque pc nel globo riesca a risolvere il dominio di Google.
Cosa c'entra tutto questo con l'università? Me lo chiederò quando farò la tesi...

giovedì, settembre 09, 2004

Si comincia?

In genere quando si comincia a scrivere qualcosa per la prima volta, un po' come quando ci si presenta, si dovrebbe fare una sorta di "editoriale".
Dopo un articolo ben poco lusinghiero sul mondo dei blog e la sua comunity, pubblicato sul giornalino della mia università qualche tempo fa, ho deciso di fare un passo indietro e dare vita a quello che, in epoche passate, era il proprio "diario delle memorie".
Il tempo a disposizione per stare appresso anche a questo non so dove lo troverò, ma voglio scommettere che qualcosa rimmarrà in questi "annali".

In realtà l'idea di far nascere proprio oggi il mio primo Blog prende spunto da un evento che un po' tutti hanno vissuto, o quasi.
Questa mattina, intorno alle 4, un mio amico è diventato papà. Le coincidenze che mi legano con questo neo-papà però sono molte.
Proprio Domenica infatti si è tenuto il terzo concorso a livello nazionale di modding, una sorta di hobby che i profani assimilano all'avere pc come alberi di Natale, e che gli appassionati assimilano ad una nuova forma d'arte. Ebbene questo mio amico ha vinto il primo premio dopo che io, direttore della giuria e organizzatore della gara, ho combattutto cercando di dare il giusto peso ad un'opera che ha lineamenti davvero perfetti.
Proprio a proposito del Natale, uno degli altri motivi che mi ha portato a far nascere questo blog è che la stagione autunnale è alle porte. Dopo un'estate principalmente passata lontano dalla mia dolce metà (approposito due giorni fa abbiamo compiuto il nostro terzo complimese), e con l'arrivo della sessione d'esami, avevo bisogno di scrivere qualcosa... un po' per esorcizzare l'inizio di questo nuovo "anno accademico", che mi proietterà nell'avventura del 2005 con succose novità anche a livello professionale.
Una mia cara amica dice che scrivere la fa stare bene, e infatti lei sforna sceneggiature con regolarità sconcertante.
Chissà se con i blog farò lo stesso...