Lo Zibaldone abbradipato

martedì, febbraio 15, 2005

I'm a survivor!

Non credevo che cel'avrei fatta. Invece eccomi qui.
Il giorno di San Valentino ha catturato anche me, dopotutto non sono single, e me la sono cavata con un pomeriggio+seratina in intimità casalinga. O quello che ne rimane.
La mia naturale avversione al casino/caos che contraddistingue questo genere di date ha comunque avuto la meglio: girovagare a caccia di un postomacchina per poi fare la fila al primo ristorante fighetto non era nelle mie aspettative, specialmente dopo la sessione d'esami appena conclusa (5 esami!) e la rivista che chiude dopodomani (quindi nottate fino alle 4 a scrivere articoli).

Non voglio scrivere di San Valentino, ma di Carnevale. Chi l'ha visto?
Ok sono un mezzo disadattato e ultimamente sto sempre a casa, ma dico almeno una pubblicità a tema, qualche trasmissione stupida, un paio di scritte sui giornali.
Niente.
Anzi qualcosa ho visto: Dustin Hoffman è venuto in Italia a fare il padrino di non so quale carnevale (quello di Viareggio? Boh non mi ricordo).
Ecco servito il paradosso: la Kinder per halloween produce streghette e mummiette horror, e poi come testimonial di una festa tipicamente europea (direi quasi nazionale, vista la provenienza delle maschere tipiche) viene chiamato un americano.
Feste di halloween, prodotti di halloween e ragazzini che andavano in giro a chiedere dolcetti.
Qualche coriandolino in giro e niente di più per una festa che io da ragazzino vivevo con sommo divertimento: vacanze, feste in maschera anche a scuola, scherzi di ogni tipo (le mitiche fialette puzzolenti a catechismo!) sembrano perse nel nulla, quasi vittima di obsolescenza.
Addirittura qualcuno si è sbagliato ed ha organizzato una festa in maschera a Piazza Navona, manco fosse la Befana...

P.S.
ieri sono cominciate le lezioni del secondo semestre, ma ho chiuso i libri 5 giorni fa e sinceramente voglio farmi un po' di vacanza (ècchecchezzo come dice Banfi).

domenica, febbraio 06, 2005

Breve trattato sulla stupidità

Come promesso, riporto il "draft" lasciato incompleto prima del 26 Dicembre, sulla stupidità.
Nel frattempo mi sono sbarazzato dell'esame di Semiotica e sto gia' affilando le armi per giovedi' 10, che avro' l'ultimo esame di questa sessione. Se vado avanti cosi' gli appelli di settembre li seguiro' da mooolto lontano...

È di questi giorni la mia lettura di un poco noto, ma geniale, saggio sulla stupidità.
La risorsa è ovviamente il web (a libri sto apposto con l'università), e credo che chiunque leggendolo rimarrebbe abbastanza perplesso (se non basito) dalle conclusioni che, purtroppo, risultano fin troppo reali.
Prima di proseguire, ecco la fonte della mia ispirazione: http://www.gandalf.it/stupid/
Leggendo quello che c'è lì, forse mi sono dato una spiegazione al motivo per cui tutto sembra così... stupido appunto.
Basta vedere la fila al supermercato, basta premere i pulsanti del telecomando, salire su un autobus o fare Via delle Medaglie d'Oro alle 6 del pomeriggio.
Stupidità dilagante. C'è chi lascia il carrello della spesa in mezzo al posteggio, chi attraversa la strada senza guardare se arriva il bus di Final Destination, chi si arrabbia perché c'è traffico quando ne è causa scatenante.
Secondo Cipolla chi con il suo comportamento arreca danno a se stesso e agli altri è un perfetto stupido. Poi c'è la categoria dei banditi: arrecano danni agli altri traendone vantaggi per se stessi.
Bene. Accendo la TV. Che mix di banditismo e stupidità troviamo nei palinsesti quotidiani?
Difficile a dirsi, ma quello che penso di aver scoperto è che oggi i media puntano tutto sulla Cultura della Stupidità. L'appiattimento culturale che i bambini vivono quotidianamente (non ricordo in quale studio si parlava di 30 ore a settimana davanti alla tv!) li porta ad acquisire abitudini, aspirazioni e modelli di comportamento "stupidi". Inoltre più è stupida una trasmissione, maggiore sarà il numero di persone che riuscirà a comprenderla e a seguirla. A tutto vantaggio dei dati d'ascolto e della pubblicità venduta.
Il problema è che la cultura ha un movimento "circolare": si produce e riproduce. Anzi, diciamo a spirale (avvicinandomi al modello di Dance -non scherzo- che fa molto John Travolta), dove il movimento anziché essere centrifugo e verso l'alto, segue un movimento esattamente inverso.
Mi domando: arriveremo al punto in cui tutti saremo delle amebe intubate, incapaci di fare scelte sulla propria vita, incapaci di condurre una vita civile e collettiva? Arriveremo al punto in cui la prepotente individualità (e cinismo) del nostro vivere quotidiano diventeranno così presenti da farci diventare delle stupide vacche da latte per i produttori di beni di consumo?
La strada è già intrapresa: leggere un libro, programmare i prossimi 5 anni di vita, fare a meno del cellulare, sono cose così "scomode" che viene la pelle d'oca solo a pensarci.
Autodenuncia, e triste constatazione: se saranno abbastanza intelligenti, i posteri diranno che il nostro presente ha vissuto un ernorme abbaglio, si è adagiato su un fragile ramo di tecnorazia e ci ha rinchiuso in un mondo di esseri "soli".
Soli per scelta: quando il mondo fuori ci mette in competizione e scontro, quando il limite della mia libertà è un teso confine con l'altro, preferisco farmi i cazzi miei e mimetizzarmi nel mucchio riproducendo tutto quello che fanno gli altri.
Nell'era della comunicazione, della "digital revolution" il problema non è far arrivare il messaggio, ma farlo capire, anzi ascoltare.

martedì, febbraio 01, 2005

...esami...

Questa sessione ne ho gia' dati quattro e me ne mancano altri due.
Inoltre ho anche chiuso il numero di febbraio della rivista.
Basta? :)

P.S.
torno presto! (temo a un mese dall'ultimo aggiornamento "serio").